A Desenzano, dove il Cfp è una piccola, grande famiglia

Attirano ragazzi tra tre distinte province e il loro numero è più che triplicato negli anni, ma impegno e dedizione della classe docente restano il vero "plus"

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A Rivoltella di Desenzano del Garda i primi corsi hanno visto la luce nel 1961. Ad ospitarli, in un edificio delle prima metà del secolo scorso, gli ambienti che quel Ferdinando Duringhello, prolifico benefattore locale, aveva già anni prima scelto di destinare proprio alla formazione dei giovani del basso Garda. La Medaglia d’oro, con filantropica lungimiranza aveva offerto all’educazione al fare pratico quella prima struttura, in seguito ampliata e più volte integrata con nuovi edifici, proprio allo scopo di far incontrare necessità occupazionali e crescenti esigenze di manodopera specializzata. A fruire del suo lascito fu, fino ai primi anni 70, l’”INIASA” (l’Istituto nazionale per l’istruzione e l’addestramento nel settore artigiano), che avrebbe però di lì a poco ceduto il passo a Regione Lombardia e, quindi, proprio al Cfp.

Ancor oggi la bella struttura che campeggia a pochi passi dalle acque del lago, in pieno centro storico, conserva nel nome tutto il senso di riconoscenza al commendator Duringhello. Sarebbe del resto felice, ci piace pensare, di vedere come oggigiorno il piccolo giardino, il cortile
o le aule siano affollate di giovani. Studenti il cui numero nell’ultimo decennio è anche cresciuto sensibilmente: basti pensare che nel 2007 si contavano solo 86 allievi, meno di un terzo
dei 282 attuali. Tre in origine i corsi, tutti per soli maschi: operatore elettrico, meccanico e riparazione veicoli a motore. Più di recente, tuttavia, l’avvio degli indirizzi d’estetica e acconciatura ha concorso ad arricchire la compagine femminile dei discenti.

Quanti convergono qui da tutto il territorio circostante, dalla Valtenesi a Sirmione e Peschiera, spaziando a sud perfino nel mantovano, possono contare nella nostra sede su 12 aule e 5 laboratori ben attrezzati. Ma, novità soprattutto degli ultimi tre anni, anche avvantaggiarsi di sinergiche relazioni con aziende, professionisti ed Enti gardesani. Questo rinnovato legame con attività e amministratori del territorio ci ha visti impegnati a ricucire o rinnovare collaborazioni che negli anni si erano allentate e, ad oggi, concorre a coinvolgere l’Istituto in iniziative, manifestazioni, eventi e progetti locali.

Al 21 di via Benedetto Croce, il vero valore aggiunto sono però i 36 tra docenti, collaboratori e amministrativi che formano una squadra affiatata e compatta: un pool di persone che hanno veramente a cuore la crescita formativa quanto personale degli studenti. Sempre pronti ad ascoltarli, spronarli e guidarli, li conoscono uno ad uno. Li formano nelle classi e li educano nei corridoi, li accompagnano durante i tirocini ma li stimolano ad esprimere tutte le loro potenzialità nelle più svariate declinazioni pedagogiche. Come nelle attività di teatro, musica e spettacolo che abbiamo attivato per i nostri ragazzi nel pomeriggio: occasioni d’incontro e confronto utili a far maturare in loro senso di appartenenza e autostima. Il “malus” delle nostre relativamente piccole dimensioni diventa così la nostra forza. Dal prof. Massimiliano Merigo, da circa vent’anni in forza in questa sede, fino agli ultimi ‘acquisti’, tutti condividiamo la percezione di far parte di una grande famiglia (con dei ruoli ben definiti, certo, ma anche con tutti i vantaggi della confidenza reciproca). Per ogni necessità più delicata, infine, i ragazzi sanno di poter contare sulla professionalità di una bravissima psicologa, con noi per uno sportello che settimanalmente, e in totale anonimia, sanno essere a loro disposizione.

E poi ci sono loro: i nostri splendidi studenti. Nel tempo abbiamo cercato d’instaurare anche con le famiglie un dialogo aperto e funzionale alla loro crescita a 360 gradi. Vantiamo altissime percentuali d’inserimento lavorativo. E non di rado, anche a distanza di anni, li vediamo presentarsi da noi per un saluto o sbracciarsi per strada quando ci riconoscono. Dimostra che abbiamo fatto bene, che siamo riusciti in qualche modo a fare la differenza nelle loro vite, e questa è una soddisfazione indescrivibile.

Ma l’orgoglio passa anche da risultati accademici collaterali il normale cursus studiorum: una ventina di nostri ragazzi del secondo anno, ad esempio, hanno partecipato ad un concorso promosso da Gewiss spa per la riqualificazione del territorio. Grazie al progetto di un dispositivo per ricavare energia dal moto ondoso del lago, siamo stati tra i primi 5 degli oltre 90 istituti partecipanti a livello nazionale ad essere premiati: un risultato che, oltre ai docenti di laboratorio elettrico, ha inorgoglito tutta la scuola.

Cristina Pollini